Il contributo del semiologo francese di origine lituana: Greimas (Algirdas Julien)
«Ogni apparire è imperfetto: nasconde l’essere; a partire da lui si costruiscono un voler-essere e un dover-essere, che sono già una deviazione del senso. Soltanto l’apparire, in quanto potersi dare – o può darsi – è appena visibile. Detto ciò, esso costituisce la nostra condizione umana. È allora malleabile? A conti fatti, può questo velo di fumo strapparsi un po’ e dischiudersi sulla vita o sulla morte: che importa?».
Con questo saggio sull’imperfezione il grande semiologo Greimas concludeva nell’anno accademico 1985-86 il suo insegnamento sui sistemi di significazione all’École dei Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi: con una riflessione più da filosofo che da scienziato dei segni. È un’indagine sull’esperienza estetica al suo sorgere dalla componente affettiva e sensibile, nella convinzione che «dove la parola manca il segno, l’estetica serve ad additare l’esperienza della percezione».
(Sellerio Editore Palermo)